Galleria Art Studio San Lorenzo, Milano | 29 maggio – 19 giugno 2025
Il percorso creativo prende origine da una presa di distanza netta dell’artista rispetto alla sua produzione fotografica commerciale, avvertita come espressione di un’estetica artefatta, levigata e priva di verità. Da questa frattura nasce una nuova ricerca, dove l’immagine viene sottoposta a un processo di trasformazione profonda, che Antonio Schiavano definisce Fotomorfia: le fotografie, alterate con oli, vernici, solventi e materiali abrasivi, perdono la loro patinatura originaria per diventare opere materiche irripetibili. Ogni segno impresso sulla superficie, graffi, incisioni, abrasioni, è un gesto di ribellione contro l’omologazione, ma anche un atto rivelatore, una ferita che disvela invece di distruggere.
Nel progetto The Beauty and the Bane, la bellezza viene decostruita, affrontata, messa in discussione. L’opera si fa strumento critico, capace di smascherare il culto della perfezione e di portare alla luce l’autenticità perduta in un’epoca dominata da canoni estetici sempre più uniformi e disumanizzanti.
Dysmorphia, invece, si addentra nei territori più intimi e instabili della percezione del sé. Le figure, evanescenti e talvolta surreali, sembrano dissolversi in composizioni che evocano la fragilità dell’identità e la tensione costante tra ciò che siamo e ciò che crediamo di dover essere. La dismorfia corporea diventa così simbolo universale di una condizione interiore: la fatica di riconoscersi, il dolore sottile dell’inadeguatezza, il desiderio di sfuggire ad una forma imposta.
Le opere di Schiavano non chiedono di essere semplicemente osservate, ma vissute, come superfici sensibili che custodiscono storie invisibili. In questo silenzio visivo, fatto di ombre, materia e imperfezione, l’artista ci invita a guardare oltre l’immagine: a cercare, forse, una nuova verità.
Galleria Art Studio San Lorenzo – Via Urbano III, 4 – 20123 Milano

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