· 

L'arte nell'era dell'impostura digitale

Dal geroglifico al pixel: come cambia il linguaggio dell'arte


"Le ragioni dell'arte" di Michel Onfray ci pone davanti a uno specchio frammentato: nell'era dei social media, chi è il vero volto dietro i molteplici riflessi?

Ogni epoca storica ha il suo linguaggio artistico, i suoi simboli, il suo modo di rappresentare la realtà. Come i geroglifici narravano l'antico Egitto e le cattedrali medievali raccontavano storie attraverso vetrate e bassorilievi, oggi l'arte parla attraverso schermi e finestre digitali. Comprendere questa evoluzione dei linguaggi simbolici significa possedere le chiavi per interpretare non solo l'arte, ma l'essenza stessa del nostro tempo.

Viviamo in un'epoca di impostura digitale, dove l'identità si moltiplica in infinite finestre, ciascuna con la sua verità parziale. L'arte rischia di diventare vittima di questa frammentazione: da un lato l'artista che insegue i like invece della verità espressiva, dall'altro il pubblico che confonde la viralità con il valore.

In questo labirinto di specchi, qual è il ruolo del curatore? Come evidenziato nel nostro progetto "Il Curatore d'Arte", la vera curatela significa ricomporre i frammenti, costruire ponti autentici tra arte e pubblico, superando la superficialità dei numeri per riscoprire l'unità del significato.

Onfray ci ricorda che l'arte vera nasce da una necessità interiore, non dal desiderio di accumulare follower. In un'epoca dove ogni esperienza rischia di diventare solo un altro contenuto "instagrammabile", la nostra galleria si impegna a essere uno spazio di resistenza, dove l'autenticità prevale sull'apparenza.

Come diceva Francesca Woodman: l'arte è un riflesso dell'anima, non dei nostri schermi. In questo tempo di identità frammentate, riscopriamo insieme le vere ragioni dell'arte.

(Alberto Desirò)

 

Foto di Jessica Bronzini

Scrivi commento

Commenti: 0