eternal gestures | Milvia Stefani


Eternal Gestures nasce da un'urgenza emotiva e da un'attitudine contemplativa che richiede tempo: incantarsi di fronte ai gesti è una scelta paziente, un gioco adulto che risuona nell'opera di Giotto.

I gesti da lui ritratti hanno saputo attraversare i secoli indenni, continuando a riflettere sensazioni umane e universali. Sono proprio questi gesti e dettagli che, decontestualizzati dalla loro dimensione narrativa e religiosa e reinterpretati attraverso l'atto fotografico, sono diventati per me un culto.

 

Il porgere e il ricevere, le occupazioni quotidiane, gli incontri, il compianto, le attese: tutti questi atti conducono a un universo umano fatto di tenebra, luce e spettri. In questo progetto esploro la persistenza del linguaggio corporeo, la memoria gestuale che ci attraversa e ci connette al passato, rendendo visibile ciò che è insieme effimero ed eterno.

Milvia Stefani

 

Dati tecnici

Le stampe finali, realizzate nel 2025, misurano 60x80 cm e sono montate su supporto Dibond da 2 mm con telaio in alluminio retrattile di 50x70 cm, garantendo conservazione e presentazione ottimali. La tiratura limitata a sei copie assicura l'esclusività e il valore collezionistico di ogni opera, che rappresenta un ponte unico tra fotografia contemporanea, tecniche artigianali tradizionali e memoria culturale antica.

Il progetto "Icon's dusts" sarà presentato da AD Gallery alla Biennale di Firenze nelle date 18 > 26 Ottobre 2025


«Disappeared N°1» opera di Patricia Ca

Titolo: «ICON'S DUSTS N'1»

Anno: 2025

Dimensioni: 60cm X 80cm

Tecnica: digitale e manuale con pigmenti d'oro e ceneri Stampa: digitale su carta Hahnemühle

«William Turner» 350gr

Montaggio: senza cornice. Dibon 2mm con telaio alluminio retrattile 50cm X 70cm

Tiratura: 6

Prezzo: 2 500,00 Euro

«Disappeared N°2» opera di Patricia Canino

Titolo: «ICON'S DUSTS N°2»

Anno: 2025

Dimensioni: 60cm X 80cm

Tecnica: digitale e manuale con pigmenti d'oro e ceneri

Stampa: digitale su carta Hahnemühle «William Turner» 350gr

Montaggio: senza cornice. Dibon 2mm con telaio alluminio retrattile 50cm X 70cm

Tiratura: 6

Prezzo: 2 500,00 Euro

«Disappeared N°3» opera di Patricia Canino

Titolo: «ICON'S DUSTS N°3»

Anno: 2025

Dimensioni: 60cm X 80cm

Tecnica: digitale e manuale con pigmenti d'oro e ceneri Stampa: digitale su carta Hahnemühle

«William Turner» 350gr

Montaggio: senza cornice.  Dibon 2mm con telaio alluminio retrattile 50cm X 70cm

Tiratura: 6

Prezzo: 2 500,00 Euro


«Disappeared N°4» opera di Patricia Canino

Titolo: «ICON'S DUSTS N°4»

Anno: 2025

Dimensioni: 60cm X 80cm

Tecnica: digitale e manuale con pigmenti d'oro e ceneri

Stampa: digitale su carta Hahnemühle «William Turner» 350gr

Montaggio: senza cornice. Dibon 2mm con telaio alluminio retrattile 50cm X 70cm

Tiratura: 6

Prezzo: 2 500,00 Euro

«Disappeared N°5» opera di Patricia Canino

Titolo: «ICON'S DUSTS N°5»

Anno: 2025

Dimensioni: 60cm X 80cm

Tecnica: digitale e manuale con pigmenti d'oro e ceneri

Stampa: digitale su carta Hahnemühle «William Turner» 350gr

Montaggio: senza cornice. Dibon 2mm con telaio alluminio retrattile 50cm X 70cm

Tiratura: 6

Prezzo: 2 500,00 Euro

 

«Disappeared N°6» opera di Patricia Canino

Titolo: «ICON'S DUSTS N°6»

Anno: 2025

Dimensioni: 60cm X 80cm

Tecnica: digitale e manuale con pigmenti d'oro e ceneri

Stampa: digitale su carta Hahnemühle «William Turner» 350gr

Montaggio: senza cornice. Dibon 2mm con telaio alluminio retrattile 50cm X 70cm

Tiratura: 6

Prezzo: 2 500,00 Euro



ETERNAL GESTURES: La memoria incarnata

Nel progetto Eternal Gestures, Milvia Stefani intraprende un'indagine fotografica che si muove sul delicato confine tra memoria visiva collettiva e esperienza corporea individuale. Il punto di partenza è l'opera di Giotto, ma il vero soggetto della ricerca è l'inestinguibile permanenza del gesto umano attraverso i secoli.

Le fotografie di Stefani operano una doppia sottrazione: decontestualizzano i gesti dalla narrazione religiosa originaria e li spogliano della ricchezza cromatica giottesca, riducendoli a essenze in bianco e nero. Ciò che emerge da questa operazione di distillazione è sorprendente: i gesti non solo sopravvivono alla perdita del contesto narrativo, ma rivelano la loro natura di archetipi universali. Il porgere, il ricevere, l'attesa, il compianto, azioni che Giotto aveva fissato sulle pareti della Cappella degli Scrovegni per narrare storie sacre, si dimostrano ancora eloquenti, ancora carichi di significato emozionale, anche quando privati della loro cornice religiosa.

La scelta di lavorare con figure velate e drappeggiate non è casuale: il velo diventa uno strumento di universalizzazione, che trasforma i corpi contemporanei in presenze atemporali. Le pieghe dei tessuti, fotografate con attenzione quasi scultorea, richiamano simultaneamente la plasticità della pittura giottesca e l'astrazione formale della fotografia modernista. Il corpo si fa architettura, il gesto diventa monumento.

Particolarmente significativo è il trattamento dello spazio. I fondi neutri, le superfici spiegazzate dei lini, la luce diffusa e priva di drammatizzazione creano un non-luogo in cui il tempo sembra sospeso. Non siamo nel Trecento di Giotto, né nel presente contemporaneo: siamo in una dimensione liminale dove i secoli collassano e la gestualità umana si rivela per ciò che è sempre stata, un linguaggio primordiale che precede e sopravvive alle parole.

Il focus sui dettagli – mani che si intrecciano, piedi scalzi, braccia protese, enfatizza la frammentazione del corpo, ma paradossalmente ne restituisce l'integrità emotiva. Stefani sembra suggerire che il gesto è più eloquente del volto, che nell'angolazione di un braccio o nella tensione di una mano si può leggere l'intera gamma delle emozioni umane.

C'è in questo lavoro una riflessione profonda sul mezzo fotografico stesso. La fotografia, come i gesti che cattura, è insieme effimera ed eterna: cristallizza l'istante ma lo proietta nell'immortalità. Il richiamo a Giotto non è solo un omaggio storico-artistico, ma una meditazione sulla capacità dell'arte, che sia pittura o fotografia, di arrestare il tempo, di salvare i gesti dalla dissoluzione.

 

Eternal Gestures si configura così come un'opera sulla persistenza della memoria visiva nell'inconscio collettivo e sulla fotografia come "custodia dei gesti", per usare l'espressione di Chandra Livia Candiani che accompagna il progetto. Un lavoro che, nella sua apparente semplicità formale, tocca questioni complesse: l'universalità del linguaggio corporeo, il rapporto tra arte contemporanea e tradizione, la dialettica tra permanenza ed effimero che è al cuore di ogni riflessione sul tempo e sulla memoria.

Alberto Desirò


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