Dal 7 settembre al 29 settembre - Hotel cellai - Via 27 aprile, 14 - Firenze
La sintesi del progetto è ricordare, attraverso le immagini di questi posti oggi, il loro e il nostro passato, perché ciò che siamo oggi è frutto di ciò che siamo stati, nel bene e nel male!
Alla ricerca dei valori perduti.
I valori di una società produttiva ormai ridimensionata, almeno in Italia, per via della terziarizzazione che ha avuto il sopravvento sulle attività manifatturiere.
Valori sui quali la società stessa era impostata e che hanno a suo tempo generato benessere per le imprese e i lavoratori. Alla luce di questa considerazione, osserviamo le immagini come se salissimo a bordo del mitico Titanic.
Nell'introdurci negli spazi distrutti dal tempo e dal naufragio che lo colpì, possiamo compiere uno sforzo immaginativo e ricreare nella nostra visione quelli che furono i fasti del transatlantico, ormai ridotto a un cumulo di rovine.
Dalle rovine alla bellezza del preesistente: questo è il senso della ricerca dei valori perduti, che la fotografia può tentare di recuperare attraverso le immagini di oggi.
In un periodo di forte crisi come quello che stiamo vivendo, molte fabbriche stanno chiudendo e tutto ciò porta spesso all’abbandono di edifici e complessi industriali che giacciono inerti sul territorio, senza che esso venga bonificato e riconvertito ad una nuova destinazione d’uso.
Nel nostro paese, ma anche nel resto d’Europa, ci sono centinaia di fabbriche abbandonate: dalle vecchie miniere ai laboratori artigianali, dalle grandi industrie alle centrali elettriche. Un patrimonio diroccato, vandalizzato, ormai inutilizzabile ma ancora ricchissimo di fascino e di storia. La fotografia è per me il mezzo per riportare alla luce questi luoghi una volta operosi e pieni di attività e oggi abbandonati. Dietro alle immagini si percepisce la denuncia verso un mancato riutilizzo di queste aree.
E’ un modo per documentare queste realtà e restituirle come memoria storica e al tempo stesso porre l’attenzione su una possibile riqualifica del territorio.
La decadenza di questi edifici e degli impianti (o ciò che ne resta) in essi contenuti sono diventati il soggetto della mia ricerca fotografica che racconta, attraverso le immagini, la loro storia. I grandi spazi vuoti una volta occupati dai macchinari, la luce che entra naturalmente negli ambienti disegnandone le forme, i particolari e dettagli di ciò che è a volte rimasto... tutto concorre a riportarli per un momento in vita, raccontandone la storia soprattutto alle generazioni più giovani che non li hanno vissuti.
La documentazione storica è uno dei punti focali per meglio comprendere e interpretare fotograficamente questi posti.
Utilizzo una post produzione che vuole rendere le sensazioni che provo quando entro in questi ambienti; sensazioni si desolazione, di vuoto, di silenzio, ma dalle quali traspare ciò che dovevano essere un tempo.
Luci e ombre che rendo spesso crude e nette, con un forte contrasto, desaturando i colori e cercando inquadrature che rendano al meglio questo mondo ma che è stato il nostro passato e non deve essere dimenticato.