È solo questione di Autopoiesi della Forma? | giuliano niccoli

Opere uniche, stampa su resina spalmata manualmente su supporto in legno


L'autopoiesi è un concetto importante per comprendere la natura dei sistemi viventi e la loro capacità di adattarsi e cambiare, ma non è l'unica forza in gioco. La rapida accelerazione del cambiamento sta creando una sfida significativa per la nostra capacità di formare e mantenere una solida identità. Le nostre forme, intese come la totalità di ciò che ci rappresenta, sono sottoposte a un continuo processo di ridefinizione in risposta alle nuove esperienze e alle nuove sfide.

 

LA RICERCA / Presentazione dell’ Autore

[…] siamo in trasformazione, da sempre, è banalmente ovvio, ma ora stiamo accelerando veramente tanto; il processo è più impattante e meno gestibile. Tecnicamente potremmo dire che, nell’unità di tempo, sono apprezzabili valori di cambiamento molto più alti rispetto a quelli con cui avevamo a che fare nel decennio da cui proveniamo. Quindi, se ammettiamo che il Cambiamento sia diventato meno incrementale, quasi commutativo, e che abbia caratteri fortemente trasformativi, potremmo di conseguenza osservare quanto sia faticoso solidificare una forma che ci possa rappresentare, e riuscire poi a mantenerla abbastanza a lungo da prenderci un’adeguata confidenza.

 

Indipendentemente dalla nostra volontà, siamo tenuti a cambiare sul piano culturale, biologico, ma soprattutto personologico. Siamo sospinti verso una dialettica di scambio con il corpo, che diventa progressivamente il luogo inconscio della trasformazione identitaria, archetipo dis-animato in assenza di appartenenza sicura, certa, definitiva. Corpo che antropologicamente vaga alla ricerca di una collocazione soddisfacente, una funzione trasformativa che direi condurrebbe a definirlo come ‘veicolo simbolico del disegno identitario. Ambiente culturale, alimentazione, stili di vita, gestione della massa fisica attraverso sport e pratiche specifiche di ri-formazione della struttura biologico-muscolare, chirurgia estetica, tatuaggi e modelli ideali di bellezza a cui riferirsi, sono i primi stimoli verso il cammino critico e sofferto del riconoscimento del sé. Ma il vero bisogno di Cambiamento è recuperabile nella ridefinizione dei processi identitari. Poi ci sono il Metaverso e l’Intelligenza Artificiale a fare la differenza, quella scomoda, almeno al momento. La spinta a questa evoluzione coatta sta inducendo un convulso e radicale ripensamento dell’essere e dell’entità esistenziale che produce […].

 

Un’Autopoiesi della forma, quindi? La salvezza risiederebbe in questa capacità? Autopoiesi, allora, della nostra forma personologica e identitaria? Se la riproducibilità di noi stessi nel cambiare in relazione alle mutazioni del sistema e mantenerci in equilibrio si genera e rigenera partendo dagli stessi costituenti di cui è realizzata, cosa le occorre per essere autodeterminante e autoreferenziata sul piano esistenziale? Dovremmo tendere a valorizzare e prima ancora a recuperare gli elementi di completezza sistemica, del sistema ‘individuo’ così come lo abbiamo inteso fino a poco tempo fa?

 

Direi, di conseguenza, che l’autonomia di de-costruzione e ri-costituzione dell’entità nucleare di cui siamo formati diventa l’unità minima della sopravvivenza evolutiva del nostro momento sociale.

Siamo tenuti ad imparare ad essere più veloci e più flessibili di quel che prima ci era richiesto, adattivi quanto serve nel saper rinascere sempre in modo ‘adeguatamente evoluto, evitando di perdere pezzi nel nostro archetipo umano e della cultura che l’ha generato. Agenticità, prima abilità e competenza del nostro esistere oggi. Agenticità e capacità autopoietica trans-formano la nostra entità verso la conquista di nuove altre inimmaginabili, al momento, idee osabili di forme identitarie.

 

Giuliano Niccoli

Dal Diario di lavoro del Laboratorio di Psicosociologia Sperimentale e Sociologia Clinica Applicata. Genova, 23 luglio 2023

 


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Alla ricerca dell’Epifania della Forma, fra Autopoiesi ed Agenticità

[…] siamo quindi osservabili come parzialmente completi, direi, ed in modo modificante via via la nostra stessa forma d’incompletezza; è facile, pertanto, andare fuori tempo, data la complessità e velocità di trasformazione in atto. In questa percezione di incompiutezza e di incompatibilità di riconoscimento della nostra forma identitaria, potremmo percepirci angosciosamente frustrati alla ricerca di ulteriori possibilità nel ri-fondarci come esseri completi.

 

Smarrimento, ansia, frustrazione, senso di inadeguatezza, paura, rabbia, rinuncia sono possibili stati emotivi conseguenti al nostro perdere quel senso che abbiamo sedimentato nel tempo come presunti ‘esseri completi’, possibilmente illusi nell’interagire con una società compresa e per una certa parte controllabile.

 

Da lì parte la frammentazione disgregante in gruppi e sottogruppi che confinano il proprio spazio e territorio d’azione, parcellizzazione socio-culturale che consente agli attori sociali d’illudersi di poter ridurre la complessità e di riuscire quantomeno a gestirla; nell’elaborare, almeno, un proprio provvisorio, fragile e precario senso di completezza. Ma in realtà è il baratro dell’isolamento e della solitudine che sembrerebbe configurarsi, cupo, all’orizzonte.

 

Le immagini di questa parte della mia ricerca propongono calchi del sé svuotati o parzialmente riempiti, dipende dalla resistenza che poniamo al Cambiamento, tanto quanto dal desiderio di corrergli incontro, se non addirittura d’anticiparlo. Questi calchi svuotati e ri-costruiti, in via di ri-edificazione esistenziale, personologica ed identitaria, evocano la sofferenza della percezione della nostra in-completezza e del vissuto emotivo che ci rende consapevoli nel constante tentativo di recuperare l’Autopoiesi che ci dovrebbe, presumibilmente, condurre alla salvifica e finale epifania della neo-forma. Per quanto poi, possa durare.

 

Giuliano Niccoli

Dal Diario di Lavoro, Firenze, Sala di Posa, 7 e 21 gennaio 2023

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Informazioni tecniche

Stampa diretta a inchiostro termico su pannello in legno multistrato spatolato a resina acrilica.

Anno: 2023

Dimensioni opere: 60x100 cm.

Pezzi unici.

Costo singola opera 1890,00 Eur


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"Autopiesi della Forma" di Giuliano Niccoli
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