ADG 2017 | tema "Fragile"

Opere singole selezionate


Pubblichiamo la prima selezione degli autori che hanno partecipato a "Fragile" per categoria 'opere singole'.

La giuria avrà il compito di scegliere minimo 6 opere da inserire nell'esposizione finale. Durante la serata di inaugurazione verranno poi scelti i 3 autori a cui verranno assegnati i premi.

L'inaugurazione della mostra "Fragile" sarà il 23 febbraio 2018 a Firenze, presso lo spazio espositivo "Chiasso Perduto" in via dei Coverelli, 4R.

Daniela Pasquetti

"Avrò cura di te"

Nel confronto con la vastità del paesaggio marino, una madre avverte ancora più fortemente il desiderio di proteggere il proprio figlio, vedendolo ancor più fragile in quella situazione. Nell’esercitare questa cura resta comunque leggermente in disparte, come per lasciare spazio al proprio figlio di crescere senza condizionamenti. 

Claudia Baldassarra

"Distante"

"Questa sensibilità

questa profondità d'animo che mai mi abbandona

risuona

si piega

spinge pesante sul cuore

vorrei non averla a volte."


Gianluca Maver

"Neo-Natura"

Neo-Natura, è un progetto che tende ad indagare di come la natura e l’uomo si stiano sempre piu sostituendo l’uno all’altro, creando cosi ”possibili” forme nuove. La precarietà e la fragilità di entrambi, mi inducono spesso a ri-pensare alla nostra contemporaneità ed alla nostra trasformazione sia ambientale che culturale. All’interno del progetto si alternano sia immagini con dettagli di natura che nel tempo si sono sviluppate e trasformate seguendo forme artificiali, sia immagini di come la natura viene ri-elaborata, o meglio, manipolata e forzata dall’uomo, sostituendosi così ai veri processi naturali.

Irena Iris Willard

"Luce"

Con la fotografia Fragilità della Luce cerco di far apparire la luce anche nei momenti più bui, mostra che la Luce anche se fragile, è sempre li... E la sua fragilità che la rende ancora più bella. 

 


Erika Pellicci

"Liquefarsi"

Urbanità ed interiorità, dentro e fuori, luci ed ombre, fragile l’essere umano si muove cercando nell’ambiente un flusso trainante per le sue emozioni non riuscendo a cogliere la semplicità della natura.

Stiamo come le molecole, sospesi nell’aria sballottati da frequenze scandite dal tempo materiale, senza lasciare spazio al silenzio che ci riporta nell’interiorità. 

Giuseppe Pisana

La “fragilità” è il mezzo necessario, affinché si possa vedere in profondità. Allo stesso tempo è il mezzo necessario affinché dalla profondità fuoriesca qualcosa. Per questo mi piace definire la fragilità come la valvola che regola la vita stessa. In questa mia foto, ho provato a descrivere questo flusso bidirezionale, regolato dalla fragilità.


Elsa Falciani

"La morte della madre"

Con questa foto ho voluto mettere in scena la continua disponibilità del seno della madre ad un figlio ormai grande. Lei non riesce a fare altrimenti e a staccarsi da questo ruolo di mungitrice senza limiti, così fiera ma anche rassegnata decide di darsi la morte, di terminare questo malsano rapporto con l’uomo.

Federico Baioni

"Verde"

"Volevo trovare il fondo delle cose, il respiro più affannoso, il battito più veloce. Volevo provare tanto da sentire male, perché troppe volte lo avevo nascosto, quel male. Cosi mi sdraiai dove non avevo mai pensato, chiusi gli occhi come non avevo mai fatto, entrai in contatto con persone reali e immaginarie che avevo sempre condannato, evitato.

Quel luogo diventò la mia casa, quelle persone le mie sorelle.

Lasciai li la mia muta.

mi alzai, iniziai a ballare.

Questa e la storia di come ho trovato la libertà.

Questa è la mia storia."


Flavia canè

"Colpevole d'esistere"

La scelta di proporre l’immagine di una scultura, dilaniata dal tempo e dall’incuria, è in relazione alla paura che rende donne vittime di violenza, pietrificate nella loro fragilità, dinanzi alla mano vigliacca dell’uomo al quale avevano, inconsapevolmente, affidato il loro cuore. Le ferite fisiche e psicologiche che, queste donne, colpevoli solo d’esistere, subiscono, troppo spesso in silenzio, sono indelebili e profonde.

Lino Budano

"Into the couch"

Il Divano (into the couch)

Un adolescente trova riparo e rifugio coi suoi sogni ed incertezze nel grande divano nero  che lo fagocita come una madre/matrigna.


Francesca Artoni

"Come farfalle nella neve"

"Il grande freddo ci ha sorpreso nel bel mezzo della primavera, tutto è fermo... immobile.

Fino a che arriverà il caldo a scioglierci rimarremo così."

Marco Finelli

"Angel"

"Sono qui, guardami

ho freddo ma sono qui, guardami.

Ho paura, le mie ali sono immobili ma sono qui, 

il mio cuore batte piano ma sono qui,

ormai non piango più, non parlo più ma sono qui, 

guardami.

Sono qui accanto a te 

così tristemente vicino  

Sono io, sono sempre io, guardami. 

La mia pelle è bianca, è gialla, è rossa, è nera, guardami. 

Guardami perché io sono qui,

guardami perché io resto qui. "


Mauro Pinotti

Questo lavoro vuole portare luce sulle condizioni dei padri separati, non ho potuto partecipare come progetto perché ho serie difficoltà a convincere i soggetti a farsi riprendere, perlopiù si vergognano, molti hanno paura che svelando le condizioni in cui vivono gli possano negare il tempo con i figli.

Sono diventati dei padri a ore, alcuni di loro sono tornati a vivere con i genitori, altri in piccoli monolocali, loro sono diventati i nuovi poveri, lo stipendio è diminuito di due terzi, diviso tra gli alimenti e l’affitto. La cosa che più grava su queste persone è la mancanza di un continuo affettivo con i propri figli, vederli a ore è un palliativo, nessuno gli potrà ridare il tempo perso.

La solitudine insieme alla precarietà economica ha leso la loro forza, il loro ruolo di padre, li ha resi incredibilmente fragili.

Mariagrazia Giove

"Un piccolo essere speciale di nome Artaud"

"Ci sono esseri speciali,

i cui pensieri volano altrove,

più in alto di quelli che possiamo fare noi,

persone “normali”.

Quando ti lasciano entrare nel loro mondo,

ti accorgi che la diversità non è una privazione ma un dono, perché ti concede di provare un amore più grande

di quello che avresti mai potuto immaginare.

Mi sono girata e ho visto Artaud insieme alla sua mamma. Erano lì accanto a me

così, immobili.

Distratti ma presenti,

nell’intimità del loro stare vicini, sfiorandosi solo col respiro.

Non importa in quale mondo

fossero i loro pensieri in quel momento, perché in realtà li separava solo un soffio ...e in amore a volte questo può bastare." 


Daniela Pasquetti

"I graffi dell'anima"

Con questo ritratto ho cercato di rivelare una fragilità dell’anima, attraverso l’abbigliamento e certi tratti somatici femminei, facendo intendere una certa vacanza identitaria del soggetto. Da questa ambiguità nascono spesso conflitti non poco dolorosi con se stessi, per cui i graffi che danno il titolo alla fotografia. 

Marco Zupone

"Pornocrazy"

Il corpo di un nudo di donna che urla immerso nel colore rosso porpora.

L'idea di questo progetto fotografico chiamato "Pornocrazy-(Medea)" nasce dopo aver ascoltato la storia di una giovane donna in Tv: una vita che diviene insopportabile da quando un video hard che la ritraeva era diventato virale in rete.

Troppa la vergogna e il dolore, amplificati dall’ignoranza e dalla gogna mediatica dei web e dei social.

Ed è cosi che il sesso, da momento di gioia, intimità e puro piacere- se spettacolarizzato – puo’ dolorosamente trasformarsi in uno strumento di umiliazione, fragilità e addirittura morte.


Ilaria Iannone

"Omaggio alla fragilità"

Rapportarsi con gli altri talvolta mette di fronte a sentimenti difficili da gestire. Altre volte è la nostra limitatezza che ci rende incapaci di comprendere ciò che l’altro ci vuole trasmettere. 

In questi casi diventa molto importante interpretare il corpo come un linguaggio; esso infatti comunica attraverso gli occhi, le smorfie, i movimenti e le posture.

Ma la nostra gestualità è invece da tempo imprigionata e intrappolata all’interno di un’educazione e una cultura repressiva, che ha addirittura pensato di codificare in libri, manuali e testi quali siano i comportamenti più giusti davanti all'altro. In questo mondo di “teatranti”, coloro che non hanno ancora indossato questa armatura sociale, e si salvano, sono i giovani e sopratutto loro: i disabili.



Il cuore del tema "Fragile" era il seguente:

"Questo tema vuole sottolineare la fragilità vera o presunta, nascosta o manifesta dell’essere umano per privarla di quella componente negativa che la assimila, nella nostra società attuale, ad un vero e proprio tabù. "

(privarla della componente negativa non evidenziarla).

 

La fragilità come baluardo di purezza e bellezza delicata, e tutti noi sappiamo quanta forza occorre per rimanere puri e fragili.


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